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domenica 19 dicembre 2010

Italia: un paese in ginocchio nella neve


Andare e venire dall'italia per un soggetto mediamente insoddisfatto del proprio paese non è una cosa consigliabile. Il rischio è di passare da soggetto mediamente insoddisfatto a soggetto decisamente insoddisfatto.
Fino a giovedì ero a Berlino, in compagnia di freddo e neve. Nulla di anormale per la gelida ma ricca e funzionale città tedesca: metro in funzione, mezzi spalaneve sia sulle strade sia sui marciapiedi, tram e bus regolarmente in orario. Al mio ritorno -ahimé- ho dovuto fare i conti con un maltempo che mi sono portato dietro ed ecco subito la nostra decadenza emergere da sotto le scrivanie degli scongiuri. Un tragitto di circa un'ora si è tramutato in un inferno interminabile. Tutto per una spruzzata di neve durata poche ore e che a sera era già svanita; ma in quelle ore quanto panico nelle nostre vite! Il mio tragitto è passato da un'ora a cinque, le strade erano impraticabili, ghiacciate, innevate, scivolose e pericolose. I mezzi pubblici hanno subito notevoli ritardi e l'intero paese è andato in tilt. Per la cronaca io mi trovavo sulla cassia bis, strada che collega Viterbo e Roma, rimanendo fermo nello stesso punto, per oltre due ore in bella compagnia di altri concittadini stressati che giravano a piedi tra le auto per capire cosa accadesse. La neve annunciata e arrivata si è compattata tramutandosi in ghiaccio, gli automobilisti hanno intrapreso il difficile percorso ad una velocità media di 15 km orari fino a bloccarsi completamente. Nessun mezzo spalaneve è venuto a sistemare le strade. Non siamo attrezzati come in Germania dice qualcuno: certo, ma il fenomeno eccezionale era previsto da giorni e si doveva essere pronti. A guardarsi intorno invece, si aveva l'impressione di un paese abbandonato a se stesso, con cittadini soli che provavano a farsi forza tra loro e risolvere da sé i problemi. Ho visto gente con le pale spalare la neve dall'asfalto o raschiare via il ghiaccio: ma che paese è mai questo, dove privati cittadini tolgono con rudi palate il ghiaccio e la neve? Dov'è lo Stato?

La maggior parte del caos si è avuto quando pesanti tir in salita non riuscendo ad andare avanti hanno iniziato a slittare di traverso bloccando il transito. Altre auto non riuscivano a muoversi ruotando a vuoto le gomme sul ghiaccio. Qualcuna è ripartita grazie alla trazione umana (ovvero alla spinta di persone che a braccio spingevano via le auto dai punti più scivolosi), alcune più fortunate invece sono riuscite a non inchiodarsi e a ripartire. Alla fine si è riusciti a trovare un varco laterale e aggirare tir e auto in sosta, ma la tragica giornata mette un altro post-it dolente sulla bacheca di uno stato allo sfascio. Alla fine, a tarda sera, ci ha pensato la pioggia a risolvere la situazione e sciogliere le ultime lastre di ghiaccio: e meno male, altrimenti starei qui a raccontarvi di un accampamento e non di un disagio. Nessuno si è visto, nessuno si è sentito, come se nessuno esistesse, come se lo stato non fosse anch'esso una mera invenzione televisiva.

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