Referral Banners HUMUS: luglio 2011

lunedì 18 luglio 2011

L'uomo che resta per abbassare le tasse alzando le tasse. E il mercato boccia manovra e governo.


Doveva essere il Salvatore, così diceva lui; si presentava come la novità, dimenticando di essere in politica da vent'anni ed avere più di settanta anni. Soprattutto, doveva essere colui che avrebbe reso tutti più ricchi, colui che finalmente ci dava un taglio. E un taglio ce lo ha dato veramente: ma non alle tasse, bensì alle agevolazioni fiscali. L'uomo dei miracoli ha compiuto il miracolo: quando sembrava che davvero non potesse fare di peggio è riuscito a fare di peggio. Superbollo, ticket sanitario, taglio delle agevolazioni Irpef e aumento della stessa fino a 1000 euro a famiglia. Napolitano applaude la coesione, la fine dello Stato è scongiurata. No, non scongiurata, rimandata perché non ci sarà ripresa, non ci sarà mai. Scongiurati sono i consumi, l'economia reale, i risparmi delle famiglie, la serenità dei cittadini che sono sempre più tartassati. Certo, la manovra era necessaria diranno, perché il mercato è impazzito, bisognava agire per evitare di finire come la Grecia. Dunque, mani al portafoglio. Di chi? Dei soliti! Ma non da subito, dal 2013 (tagli del 5% delle agevolazioni) e dal 2014 (tagli del 20%), cosicché si potrà presumibilmente accusare il nuovo governo. Eppure non se ne va, continua, persevera, come se avesse altro da distruggere. Chissà, forse altri danni da fare li troverà. E intanto dichiara: "resto per abbassare le tasse". O forse voleva dire le tazze?

Doveva abbassare le tasse, eliminare il bollo, abbassare il numero dei parlamentari, ridurre i costi della politica, abolire le province. Non è stato fatto nulla e nulla si farà. Si è fatta una manovra carogna nel nome dell'emergenza, ci si aspettava responsabilità invece s'è difeso il proprio territorio andando di nuovo a mettere le mani nelle tasche delle famiglie. Tagli alla politica non ce ne sono stati, i privilegi sono rimasti, le province più salde che mai. Silvio il Salvatore che diventa Silvio il Traditore. Per molti è sempre stato invece il Truffatore, un moderno venditore di indulgenze che frega i poveracci per il bene della propria cricca. E' ora, è ora di cambiare. Elezioni, governo tecnico, rivoluzione. Qualsiasi soluzione è meglio di un Berlusconi al governo. Si attendeva la risposta delle borse, e la risposta è arrivata: Milano a -2.5% alle 16.30, peggiore borsa europea. Giù vanno soprattutto i titoli bancari, nonostante il test di stress abbia dato risultati positivi per le banche italiane. Un nuovo lunedì nero, una sfiducia totale del mercato alla manovra e al governo italiano. Un rosso costante che chiede forse un cambio al vertice. Ormai non ci crede più nessuno, nemmeno il mercato.

LINK DEL GIORNO

giovedì 7 luglio 2011

Abolisco le province. Anzi no!




L'abolizione delle province è uno di quei temi di cui tutti si fanno promotori ma nessuno ha il coraggio di mettere in pratica. Da anni se ne parla, da anni si vincono campagne elettorali grazie a questo cavallo di battaglia, da anni si dice "abbattiamo i costi della politica", ma poi, concretamente, nessuno alza un dito. Sono trovate che vanno bene durante la campagna elettorale, evidentemente non durante una legislatura quando i voti sono un dato di fatto che ha già formato una maggioranza ed una opposizione. Giorni fa l'Italia dei Valori ha avanzato una proposta di legge proprio per l'abolizione delle province. Risultato? La maggioranza ha detto NO, il Pd ha detto NO. Gli unici "Sì" sono arrivati dall'Idv e da Fli. Ma come? Ma sì, ognuno ha i propri eletti e i propri interessi nelle province, vi stupite? A far scalpore è stata soprattutto la bocciatura del Pd. Io invece vorrei focalizzare l'attenzione altrove, e non a questi bellissimi tramonti estivi. Voglio fare un passo indietro di tre anni. Ricordo una ridicola campagna elettorale di Silvio Berlusconi. "Il salvatore è arrivato sulla terra" sembrava di sentir dire alle persone. Beh, il salvatore sono venti anni che è qui e non ha salvato un bel niente (a parte, forse, il suo patrimonio). Tutti, di nuovo, hanno creduto alle favolette di questo predicatore non tanto alto (né di statura, né moralmente) ed anno sbarrato nuovamente il simbolo sbagliato. A tutti piacciono le favole, fortunati sono quelli cui le mamme gliele hanno raccontate, ma servono per far addormentare i bimbi non per far cadere in un mondo di false illusioni gli adulti. Mi torna alla mente quella campagna e scopro che le province non sono l'unica balla cantata agli italiani in quel periodo. Cosa si disse? Certo, si disse prima di tutto "aboliremo le province!". Bravo! rispondeva il popolo. Non solo non le hanno abolite dopo tre anni, ma hanno persino rifiutato la proposta di un partito di opposizione che, magari per rinfrescargli la memoria, ha depositato una proposta per l'abolizione appunto delle province. Eppure, imperterrito, il Pinocchio nostrano (che di legno ha solo il naso) continua a farneticare qualcosa sui tagli ai costi della politica. Ma di tagli ci sono stati solo quelli alla cultura, alla sanità, alle università. Anzi, giorni addietro si sono persino affrettati a fare un'ala fumatori a Montecitorio per non so quante migliaia di euro. Be', dovranno pur fumare i loro cervelli di qualcosa!
Altro punto sul quale si è fatta propaganda, puntualmente disatteso, è la famigerata abolizione del bollo auto. E' stato abolito? No. Anzi, probabilmente verrà ben presto inserito un superbollo per le auto di grossa cilindrata. Non entro nel merito se sia giusto o meno, dico solo che si raccontavano altre storie e ancora una volta si è usato uno strumento sensibile per vincere le elezioni. L'amico dei ricchi si è rivelato l'amico di se stesso: infatti è il più ricco di tutti.
Poi c'è la sicurezza, che a quanto pare fa buchi da tutte le parti: nel petto, alle gambe, sotto le costole o al cervello. Ogni tanto un omicido, una sparatoria. Sembra proprio che qui rispetteranno il programma: basta chiudere i teatri, limitare gli eventi in città, far sì dunque che la gente non scenda in strada, che se ne stia buona buona davanti alla tv, e vedrete che la brava gente non avrà noie: basta chiudere bene la porta di casa.
In ultimo, la ciliegina sulla torta, per la quale grasse risate ho riversato sui giornali appena letta. "In cinque anni sconfiggeremo il cancro!". Bravo! Grande! Divino! Santo! Guaritore! (...) A che punto sei con la ricerca Silvio? (perdona tutta questa confidenza dandoti del tu, ma sei uno del popolo, giusto?). Due anni ancora, due anni ancora di legislatura per battere il cancro. Forse proprio per quello hai rinunciato ad abolire le province, il bollo, a mettere in sicurezza le città, a fare riforme; forse proprio per questo dici "andremo avanti fino a fine legislatura", per battere il cancro. Dai, Silvio, puoi battere il cancro. Poi, se non ce la farai al massimo perderai le elezioni, cosicché potremo comunque dire che almeno un cancro è stato sconfitto.

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Intanto vi ricordo che a Roma è stato occupato il Teatro Valle da oltre venti giorni. Non ne parlano ma l'occupazione c'è e va avanti. Segui il Teatro Valle Occupato su facebook o visita il sito (www.teatrovalleoccupato.it)