Referral Banners HUMUS: agosto 2010

martedì 24 agosto 2010

Earth Overshoot Day


Il 21 agosto è stato l'Earth Overshoot Day, ovvero il giorno in cui l'umanità ha consumato tutte le risorse che la Terra mette a disposizione in un anno. Non è una buona notizia. Questo significa che da tre giorni stiamo raschiando il barile delle risorse vivendo a credito. E così sarà da qui al 31 dicembre. Ad annunciarlo è stato il Global Footprint Network, l'organizzazione internazionale che misura l'impatto dell'esistenza sulla natura. Stiamo consumando più di quello che potremmo date le capacità di rigenerazione delle risorse e, come diretta conseguenza, produciamo più rifiuti di quanto la terra possa assorbirne. Lo scorso anno l'Earth Overshoot Day scattò a settembre. Questo significa che nonostante la crisi l'uomo ha intensificato i suoi processi su scala planetaria: un dato che non lascia ben sperare in previsione della futura ripresa economica. Quanto ancora si potrà reggere un tale ritmo? L'economia batte la fiacca eppure ogni anno anticipiamo la fine delle risorse. Ciò può avere due significati: la terra ogni anno ci offre meno risorse perché queste sono in esaurimento; oppure che consumiamo freneticamente quantitativi sempre maggiori di merci (senza accorgercene) delle quali potremo fare a meno. Si può vivere con meno, molto meno, senza che ciò costituisca un attentato alle nostre vite. Finché però si metterà l'accento sulla crescita e su indicatori come il Pil per misurare il benessere, ogni tipo di mercanzia può essere buona per innalzare il prodotto. Ho visto un negozio che vendeva solo fiori di plastica: è così che utilizziamo le risorse che la terra ci offre? Eppure quei fiori di plastica, orride decorazioni di città spente, entrano nel prodotto interno lordo allo stesso modo del pane o dell'acqua. E questo senza che innalzino il nostro benessere: piccole questioni di futilità in una vita inconsapevole dei propri riflessi.
Cambiare vita, essere consci di se stessi e delle proprie conseguenze, capire una volta per tutte che siamo al culmine ascendente della parabola umana e presto questa inizierà la sua discesa. Tecnodigiuno, decrescita, piccoli piaceri. Tante le parole che ancora non fanno parte del nostro vocabolario. Basta un divano, una televisione accesa e sembra che nulla possa accadere. Un po' come quei bambini timorosi, di notte, che mettevano la testa sotto le coperte convinti che queste potessero essere lo scudo contro ogni pericolo. Ma bambini non lo siamo più da tempo. Tanto vale tirare fuori la zucca.

Alessandro Giova

venerdì 20 agosto 2010

EcoRimedi contro le zanzare


C'è un qualcosa che un ecologista vegetariano può fare per liberarsi delle zanzare? Avanti, non inorridite. Primo, la zanzara non rientra nelle pietanze degli umani, pertanto la seconda condizione è certamente rispettata. Per il rispetto della prima basta non usare spry chimici, i quali producono effetti che vanno oltre la nostra reale immaginazione: avreste mai detto che tracce di DDT fossero rinvenibili nel grasso di uccelli viventi al Polo Sud o nei ghiacci dell'artico? L'insetticida attraverso la pioggia finisce nei fiumi, di lì al mare inquinando le alghe. Le alghe vengono mangiate da piccoli organismi come crostacei o molluschi, i quali a loro volta finiscono nel piatto dei pesci. Questi ultimi infine sono l'unico pasto degli uccelli marini. Bel giro. E pensare che il DDT resta in ognuno di loro fino a che non va a depositarsi nel grasso degli uccelli, provocando agli stessi morte o sterilità. Pensate allora a quanto può essere inimmaginabile una nostra piccola azione quotidiana, un piccolo gesto che si risolve in un suono che fa più o meno così: Pfff! Un dito e Pffff! Crediamo di far fuori la mosca, l'insettaccio o il parassita dei nostri pomodori, invece stiamo creando disastri ben più grandi del nostro dito. Per questo spry chimici dovrebbero essere messi al bando. Ma come fare con le zanzare? Sono davvero insopportabili! Inoltre un animalista deve difenderne i diritti?? Certo che no! Può benissimo fare guerra alle zanzare rispettando le regole del gioco.

Ogni animale ha la sua importanza biologica, questo è un dato di fatto più o meno apparente; anche se, sinceramente, l'utilità della zanzara si fa fatica a percepirla. Prolifica ed è in soprannumero in alcune zone, spesso può portare malattie; forse proprio in questo si può ritrovare una sua funzione: riequilibrio demografico delle specie esistenti mediante infezioni mortali. La natura è imprevedibile e non escludo che questa possa essere una ragione. Di fatto, ogni estate ci troviamo a fronteggiare una guerra contro questi esseri ronzanti pronti a pungerci. Gli incontri possibili sono con due possibili tipi di zanzare: la zanzara nostrana e la cosiddetta zanzara tigre. Quest'ultima, attiva solo di giorno, è arrivata sulla nostra penisola agli inizi degli anni 90 e lentamente si fa strada colonizzando il territorio. Assai più aggressiva della zanzara nostrana, la zanzara tigre attacca senza pieta la nostra pelle prediligendo le parti basse come caviglie e piedi. Le zanzare si nutrono prevalentemente di vegetali, succhiandone la linfa. Vivono in posti freschi e umidi; ma è dopo l'accoppiamento che la femmina di zanzara inizia l'esplorazione alla ricerca di sangue per portare a maturazione le uova. Ed è lì che noi ne diventiamo il bersaglio. La zanzara vive mediamente un mese ed in quell'arco può deporre in media 500 uova che depone in piccoli ristagni d'acqua. Ma cosa fare per tener lontano questo insetto?

GUERRA PREVENTIVA

Il primo metodo, alquanto ingegnoso è quello di combatterle allo stato larvale. Infatti, usando bicchieri o barattoli con acqua, si possono creare condizioni favorevoli per far depositare le uova alle zanzare. Gettare in terra asciutta l'acqua almeno ogni 5 giorni impedirà alle larve di terminare il processo di maturazione: si tratta di un'azione preventiva molto efficace. Inserendo poi foglie ed erba la trappola sarà ancora più incisiva. Se avete piante con sottovasi, mettete della sabbia nel sottovaso: ciò impedisce l'insediamento delle larve. Sempre per la lotta preventiva si possono utilizzare, soprattutto negli spazi d'acqua ampi, i pesci rossi, naturali predatori delle larve.

GUERRA DIFENSIVA

Ma nel caso che la vostra guerra preventiva fallisca e non riusciate ad esportare la democrazia, allora ve la dovrete vedere con esemplari adulti. A questo punto il piano di lotta ecocompatibile mostrerà punti a vostro sfavore e in questo caso dovrete mettere in atto strategie difensive. Esistono in commercio delle trappole per zanzare adulte, che sfruttano l'anidride carbonica per attirare le zanzare e aspirarle. Ma non li considero oggetti ecologici e soprattutto giusti. Quindi? Quindi la scelta sono i repellenti naturali: infatti molti oli essenziali apprezzati dagli esseri umani sono invece repellenti per le zanzare. In commercio esistono molti repellenti naturali, ecologici e senza aggiunta di componenti chimici. Tra le aziende che offrno prodotti anti-zanzare eco-compatibili c'è VERDE NATURALE, azienda agricola specializzata nella produzione e nella coltivazione di erbe aromatiche ed officinali biologiche, con selezioni adatte alla produzione degli oli essenziali. Tra i prodotti che ci vengono in aiuto c'è sicuramente il DIFFUSORE ALLA CITRONELLA che, oltre a profumare la casa, terrà lontane le zanzare; un altro prodotto è ZanZino, uno spry che va applicato sulla pelle e contiene oli essenziali di salvia, lavanda, menta piperita e malaleuca ottenuti da coltivazione biologica. Infine per la fase post puntura c'è PostZanza.
Ma può anche darsi che, nonostante tutti questi accorgimenti, qualche zanzara riesca tuttavia ad avvinarsi. In questi casi si ricorre al più classico dei rimedi: schiacciare la kamikaze tra le mani. Niente di non etico: anche un giudice riconoscerebbe che si tratta di legittima difesa! Probabilmente non riuscirete mai a tenere sotto controllo la popolazione delle zanzare, ma 5 o 6 esemplari al giorno sono un bel trofeo da esporre alle cene con gli amici. Un metodo pulito, non inquinante e certamente non influente sull'ecosistema.

ALCUNE IMPORTANTI RICERCHE SCIENTIFICHE.

Come al solito la scienza ci soccorre. E come al solito, in qualche parte del mondo, un gruppo di scienziati impiega la propria vita in qualche strambo esperimento. I ricercatori della School of Forestry and Resource Conservation all'Università nazionale di Taiwan, hanno scoperto che la cannella è un forte antisettico in grado di uccidere le larve meglio di un qualunque altro agente chimico. Chissà, forse gli s'è rovesciato per sbaglio il contenitore della cannella mentre stavano cucinando, fatto sta che un nuovo spry potrebbe presto invadere il mercato. Uno spry senza effetti sull'uomo e sull'ambiente. Nel frattempo, mettere un cucchiaino di cannella ovunque trovaste ristagni d'acqua potrebbe rivelarsi un'idea intelligente e stravagante.
All'università di Aberdeen invece, sulle rive del lago di Loch Ness, hanno condotto un esperimento sui gusti delle zanzare. I risultati dicono che le zanzare prediligono gli uomini alti(senza specificare se biondi o mori) e le donne grasse. Attenzione però: prima di dimagrirvi fino all'anoressia o farvi fare un intervento di riduzione degli arti, dovete sapere che il sottoscritto misura 1.72 cm, non certo alto, ed è una delle vittime preferite dalle zanzare. Pertanto ci andrei cauto con i risultati di questa ricerca. Però una cosa è certa: le zanzare sono attratte dal nostro odore, e certamente ci sono odori che sono preferiti ad altri. Sembra anche che molti secernono una sorta di repellente naturale (beati!). E se è vero che il nostro corpo assume un odore che dipende da ciò che mangiamo, sappiate che anche l'aglio è un potente repellente contro le zanzare. Perciò basta mangiarne quanto basta a secernere un odore riluttante per i sgradevoli insetti. Molto probabilmente sarete scansati anche dai vostri simili umani, ma molte persone sono peggio delle zanzare. Chissà che non sia un bene.

In ultimo, voglio concludere con un rimedio che giunge dagli zoologi del Museo di Storia Naturale di Firenze. Generalmente non sono patriottico, ma dei tre gruppi di scienziati mi sembrano quelli più svegli: e questo nonostante la Gelmini! Questi zoologi, per contribuire alla conservazione dei pipistrelli, hanno messo a punto una bat box, un rifugio in legno per questi straordinari predatori di insetti. Questo rifugio è stato studiato appositamente per le auree urbane. Acquistare una bat box appendendola sul muro esterno di casa, non solo significicherà avere un alleato naturale alla lotta alle zanzare ma darà anche un contributo a un importante progetto di conservazione dei pipistrelli.


articolo a cura di Alessandro Giova


lunedì 16 agosto 2010

L'ultimo genio della politica: Gianni Alemanno e la tassa sui cortei.


Di idee strampalate ne vengono fuori parecchie ai giorni nostri. Se ci spogliassimo dei pregiudizi politici, potremmo raccoglierle in un Umorismario Politico senza roderci troppo il fegato. Inoltre, ciò comporterebbe notevoli riflessi positivi sull'editoria e, getterebbe le basi per un bestseller da esportazione che può fare una degna concorrenza ai libri di Gattuso, Materazzi e Totti, se non addirittura al Premio IGnobel Federico Moccia. Sicuramente ne guadagneremmo in salute psichica; si potrebbe addirittura devolvere il ricavato allo Stato che alleggerirebbe così il carico fiscale. Ma i tempi sono duri e allora bisogna scendere in piazza a rivendicare la propria dignità di uomini, far sentire la propria vibrazione di formichina del sistema. Si ha poco tempo di rilassarsi in gaie letture e le cose vanno prese sul serio. Manifestiamo? Mica tanto conveniente. Almeno prima avevi la soddisfazione di dire sono andato a manifestare per i miei diritti, non mi ascolteranno ma non mi costa niente (se non una lieve gastrite). Ebbene, il Sindaco di Roma Alemanno, che abbiamo potuto ammirare nella sua formidabile uscita alla Tomas Milian - senza tuttavia poter vantare l'impostazione vocale di Ferruccio Amendola - : "Se mettono la tassa sul raccordo anulare lo sfondo!". Si vede che è uno rispettato nel suo ambiente se deve ricorrere a questi mezzucci pacati per farsi rispettare. E c'è da immaginarselo mentre in sella ad un molossoide distruggi asfalto si lancia verso il raccordo ben deciso a distruggerlo. Genio!
Ora, l'ultima trovata del Monnezza Capitolino è questa: una tassa sui cortei. Di per se l'uscita non è infelice al 100%, ma si vede che Alemanno è abituato a muover le labbra d'impulso e poi esclamare un "Doh!" dalle vaghe parvenze Simpsioniane. Con assoluto rispetto di Homer Simpson per carità! Infatti, non è proprio il massimo come idea per rattoppare i buchi del bilancio; inoltre, vallo un po' a dire a quei manifestanti i quali protestano in tempo di crisi, che, non solo non saranno ascoltati, ma perfino dovranno pagare per non essere ascoltati. Manifestare è un diritto riconosciuto dalla Costituzione, se non altro perché fa sì che la voce del capo non sia l'unica voce ammissibile.

Parla di numeri Alemanno: "per una grande manifestazione di 100mila persone il costo è di 35mila euro per la Polizia municipale, 30mila euro per l'Ama, 15mila euro per i servizi sanitari, 15mila per la Protezione civile, 5 mila euro per le transenne, per un totale di 100mila euro." Si può capire che le somme erogate dal comune non sono bruscolini e bisognerebbe dare ad Alemanno un plauso se, e solo se, Roma fosse una città pulita e i manifestanti i soli a sporcarla. Di zozzeria a Roma ce n'è in ogni dove e non solo nei giorni dei cortei; quindi, in sintesi, che sia una proposta copertura per mascherare l'incompetenza contro il degrado della città? Inoltre, fare i paladini dell'ordine comporterebbe almeno un po' di coerenza: se infatti si deve pagare, giustamente, per i servizi del quale si fa uso, dovrebbe almeno dire al suo principale di rimborsare alle casse della metropolitana le corse che i manifestanti dell'ultima grande manifestazione del Pdl hanno fatto a sbafo. Si dice addirittura fossero un milione. Benissimo! Milione di persone che, teoricamente, secondo la funzione Alemanniana avrebbero dovuto produrre un costo di 1 milione di euro nelle casse comunali oltre ai già citati viaggi gratuiti in metro. Bene, allora si inizi facendo pagare gli arretrati: li chieda pure al suo superiore, tanto il presidente i soldi ce l'ha!

"È colpa del buco di bilancio lasciato dalla sinistra" si giustifica Alemanno. Infatti mi chiedevo se non fosse colpa della precedente amministrazione se i soldi mancano e non sia invece a causa dei tagli governativi alle entrate comunali. "Alemanno non fa che aumentare le tasse" tuonano da sinistra. Risposta più ovvia del mondo. Inizio a capire che il bagaglio di risposte è standard e limitato. Se non altro, le posso usare qualora un giorno mi trovassi in condizioni simili. Se sei al governo la colpa è di quelli che c'erano prima; se invece sei all'opposizione dì che chi governa vuole aumentare le tasse, cosa che tu non avresti mai fatto. Due principi basilari, importanti cardini dell'agire politico. Potrei perfino essere a capo di un partito afferrati questi due precetti. Allora devo subito radunare gente per fare pressioni alle autorità mettendo in pratica ciò che ho imparato. "Ma si paga? Davvero?" "Uhm, vabbè dai, ci vediamo su facebook!"

di Alessandro Giova

martedì 10 agosto 2010

Mini-Guida di Barcellona, capitale modernista.

(nella foto: panoramica esterna di Casa Battlò)

Indice Guida:
1- Introduzione
2- Barcellona
3 - Gaudì e il modernismo
4 - Oltre il modernismo
5 - Mangiare ed alloggiare
6 - Trasporti
7 - Altro
8 - Suggerimeti: 3 link

INTRODUZIONE

Quando ho prenotato il mio viaggio per Barcellona, non sapevo bene a cosa andavo incontro. Diciamo che è stato un ripiego: due notti passate a dormire nelle stazioni di Londra erano troppe ed un volo buono per Parigi non si trovava; allora? Ma Barcellona? Ecco, è successo più o meno così.
Se mi fossi affidato ai racconti di chi c'era stato, forse avrei fatto un buco nell'acqua. Eh sì, non ci sono più i viaggiatori di una volta: infatti mi doto sempre di una buona guida cartacea. In genere, i racconti che arrivano parlano di Lloret del Mar (si dice "vado a Barcellona" per via dell'aeroporto di destinazione), della Sagrada Familia, della movida notturna e poco altro. Possibile che una delle più grandi città europee, di nome e numero di turisti, offra soltanto questo? Purtroppo sono pochi quelli abituati a munirsi di una guida e scoprire il posto dove vanno in vacanza. Proprio due settimane prima di partire, mentre facevo una corsetta, incontro un mio amico che mi dice: "Ah, vai a Barcellona? Ma sai, a parte la Sagrada Familia - che è bella - non c'è molto da vedere". Perché ha detto ciò? Certo, se si vuole fare il paragone con Roma (grave difetto, soprattutto dei capitolini, che tendono a paragonare e non a scoprire) c'è poco; ma conoscendo il tipo credo solo che sia il solito vacanziero che è andato lì per partecipare a qualche festino a base di sangria ed è andato a vedere la Sagrada Familia per poterlo raccontare. "Eh che, sei andato a Barcellona e non hai visto la Sagrada Familia?"

BARCELLONA
Barcellona è la maggiore città della Catalogna, regione a nord-est della Spagna, confinante con la Francia. Con 1.5 milioni di abitanti e 3.50 milioni di turisti annui, Barcellona è certamente uno dei centri più chiassosi e vitali d'Europa. Ed è proprio a l'Europa che spesso ha guardato Barcellona per i suoi scambi, per la sua cultura, per la ricerca della sua identità. Importante centro economico si può affermare tranquillamente che Barcellona è una città europea, la più europea della Spagna. Chissà se sia più per la posizione geografica o semplicemente sia una reazione alla sofferta rivalità con Madrid e la richiesta, mai accontentata, di una completa e totale autonomia governativa. Uno scontento che ricorda vagamente il Leghismo nostrano, ma con meno eccessi. Ma Barcellona, eterna seconda nelle gerarchie governative non s'è persa d'animo ed ha saputo trovare una sua identità, una sua particolarità fatta di arti, dinamicità, modernità e un ruolo importante sul piano del commercio con l'europa.
Passata di mano molte volte -dapprima provincia romana, poi momentaneo alloggio dei Visigoti Cristiani, infine devastata da Berberi e dagli Arabi - questa città ha subito numerose influenze ed ha sviluppato una certa attitudine camaleontica all'adattamento culturale. Spinte ed influenze esterne che sono rintracciabili ed ammirabili soprattutto al MUSEU NACIONAL D'ART DE CATALUNYA. Ci sono anche resti romani, ma non credo che sia di così vitale interesse smuoversi per vedere le colonne romane del tempio dedicato a Cesare Augusto. Non perdete tempo. C'è altro: dal gotico al modernismo; e partite proprio dal quartiere gotico (lasciando in modernismo come ciliegina). Passeggiate per le vie del Barrì Gotic, tra statue spettrali, demoniache e sofferenti che si sporgono sulla via. I due maggiori esempi dell'arte gotica catalana sono rinvenibili nella CATEDRAL DE LA SANTA CREU I SANTA EULALIA, e l'ancor più straordinaria EGLESIA DE SANTA MARIA DEL MAR a la Ribera, con i suoi immensi archi che s'innanzalo fino ai 15 metri senza rinforzo.

GAUDì E IL MODERNISMO.
Se c'è un qualcosa su cui Barcellona si distingue e che vale veramente la pena di andare a vedere, è l'architettura modernitsta. Si vede e si percepisce subito che la città in cui state passeggiando è una città votata ad un continuo rinnovamento, ad una ricerca di nuovo che, forte della spinta che ha saputo improntare il genio creativo dell'architetto Antoni Gaudì, la fa apparire come un "lussurioso" centro moderno, ricco di forme, colori e sculture moderne. Dall'alto si può vedere che la pianta della città è geometricamente perfetta, perfettamente divisa da linee ritte che si intersecano tra loro; infatti quasi tutte le strade sono parallele. Il periodo modernista durò circa trentanni: dall'ultimo decennio dell'800 fino agli anni 20. Il modernismo (art nouveau) puntava ad imitare la natura nell'architettura, nella pittura e nelle arti figurative. Esempi di architettura modernista sono rintracciabili un po' ovunque se si osserva con attenzione. Lo è sicuramente il non poco appariscente HOSPITAL DE LA SANTA CREU, luogo da sogno dove prenotarsi un ricovero, e lo stupefacente PALAU DE LA MUSICA CATALANA: un vero gioiellino di colonne decorate con mosaici in ceramica e ricchi ornamenti. Una esplosione di decorazioni che lascia certamente l'osservatore di stucco, sebbene le vie strette non permettano al visitatore un'ampia visione d'insieme dell'edificio. Entrando poi, i vostri sensi facilmente cadranno in orgia. Costruito tra il 1905 ed il 1908 da Lluis Domenech i Montaner, questo edificio merita una visita. Se poi potete e volete, potreste anche assistere ad uno dei tanti spettacoli che qui vi si tengono (il biglietto costa intorno ai 40 euro!).
Il modernismo è stato reso possibile soprattutto dalla bonaria magnanimità delle ricche famiglie di Barcellona che mettevano mano al portafoglio e finanziavano i progetti. Lo sa bene questo Gaudì, massimo ma non unico esponente del modernismo catalano, che per tutta la vita venne accompagnato dal ricco industriale Guell che finanziò molti dei suoi progetti. Gaudì, che era solito dire "in natura non esistono linee rette" cercò di trasportare la monteplicità, l'armonia e le forme proprie delle bellezze naturali all'interno degli edifici che progettava. I risultati sono edifici assolutamente fantasmagorici, con pareti ondulate, soffitti a spirale, ringhiere che sembrano denti di squalo, colonne sinuose come i tronchi degli alberi. I suoi più grandi lavori sono LA PEDRERA, PALAU GUELL, lo straordinario PARC GUELL oltre che l'ineguagliabile CASA BATTLò, dove la sua audacia nel coniugare forme e architettura raggiunse il massimo livello. La casa, che gli intenditori dicono abbia come ispirazione il mare, è sinuosa, ricca di forme e punti luce, prese d'aria che ricordano le squame dei pesci, ricche decorazioni e mosaici fatti con materiali riciclati come ceramiche e fondi di bottiglia. Un edificio straordinario e fuori dal comune, vivo, quasi sembra che respiri; entrate, fatevi penetrare dalla sua moltitudine e non trattenete lo stupore. La casa è tuttora proprietà di privati che per mantenerla nella sua bellezza originaria fanno pagare un ingresso di 17,80 euro, fornendo ad ogni visitatore una radioguida nella propria lingua. Lasciate anche una firma del vostro passaggio nel libro presente in una delle sale.

Anche la SAGRADA FAMILIA, autentico simbolo di Barcellona, fu opera di Gaudì. Gaudì prese la direzione dei lavori nel 1882 e dedicò gli ultimi anni della sua vita a quest'opera. Purtroppo nel 1926, quando appena un quarto dell'opera era completata, Gaudì venne investito da un Tram e morì. Così la Sagrada Familia è un cantiere aperto ancora oggi, a causa di rallentamenti e mancanza di fondi; di fatto è lo scheletro di un imponente mostro neogotico in cerca di una propria dignità. L'interno è praticamente vuoto ma uscire dalla metro e trovarsi davanti le sue torri fa rabbrividire.
In tutta la città è possibile vedere l'influenza modernista sugli edifici; fontane di acqua e luce (zona Montjuic) e sculture pop part (sul lungo mare) sono rinvenibili passeggiando nella città.

OLTRE IL MODERNISMO
Barcellona fu anche patria di altri grandi artisti come Joan Mirò, del quale consiglio di visitare la fondazione che porta il suo nome e posso affermare essere una delle migliori tappe qui a Barcellona! Oltre alle opere di Mirò, ci sono altre opere contemporanee. Anche Picasso, sebbene nato a Malaga, passò parte della sua vita a Barcellona prima di trasferirsi definitivamente a Parigi. Passeggiando per la città vecchia potrete inoltre incontrare sulla vostra strada molte botteghe e luoghi dedicati alla creazione di sculture. Nessuna guida vi dirà di farlo, in quanto, la ricerca di luoghi intimi nel cuore della città è opera del viaggiotore curioso. Vi consiglio però di fare una visita alla Galeria MAXO'. In realtà non sapevo chi fosse, e continuo a non saperlo, ma la galleria è gratuita e aperta al pubblico. Al suo interno, oltre alle opere esposte e vendibili fatte reinventando i materiali più disparati come i tappi di sughero, c'è sempre un gruppetto di ragazzi che, quasi ingnorando la tua presenza, continua a verniciare, scolpire e creare. (www.maxorennella.com)
Altri luoghi da visitare sono il PARC DE LA CIUTADELLA, polmone verde di Barcellona dove potrete stendervi all'ombra su un prato o fare un giretto con la barca a remi in un laghetto artificiale, tra palme tartarughe e anatre in cerca di molliche. Non scartate una visita al MUSEO DI ARTE CONTEMPORANEA (www.macb.es) e, ma questo solo per l'ottima vista che offre sulla città e sul mare, il castello di Montjiuc, raggiungibile con una funivia; questo però, oltre la vista panoramica offre soltanto il museo militare. Se invece volete un museo fuori dal comune andate al MUSEO DELL'EROTICA, che espone una raccolta di sculture e dipinti che ruotano intorno all'eros: scottante! Una delle maggiori attrazioni è il grande ACQUARIO che ospita una grandissima varietà di pesci. Ma forse, se avete un cuore sensibile, vi piangerà nel vedere un grande predatore come lo squalo ripetere senza spinta lo stesso identico giro, con la stessa, vuota e scarica andatura. Pesci apatici e senza energia vitale tirano avanti entusiasmando il pubblico dei vedenti negli angusti spazi del pur grande acquario. Se avete figli al seguito però saranno felici di farvi visita.
Passeggiate inoltre sulla RAMBLA, sebbene via affollata e pullulante di negozi non certo originali. La Rambla è una lunga via che, partendo da Plaza della Catalunya arriva fino al mare, dove una statua di Colombo indica le americhe al grido di "Terra!". Ai suoi lati piccole stradine immettono nella Barcellona locale, tipica ed intima, dove potrete trovare piacevoli sorprese e negozi bizzarri. Potreste riuscire anche a trovare i segni della possente immigrazione capitando nel quartiere nero, dove parrucchieri di colore fanno le acconciature ai loro connazionali mentre altri si lasciano andare ad un motivetto rap improvvisato. La Ramba è disseminata di Fast Food e negozi di grandi marche internazionali, ma la via è anche una vera estasi giocosa grazie ai numerosi artisti di strada che fanno dei suoi argini il proprio luogo di lavoro. Uno spettacolo davvero divertente e colorato!

MANGIARE E ALLOGGIARE
Il mio consiglio è quello di trovarvi un appartamento. Questa è una dritta che vi dò per una mia semplice filosogia di viaggio che è quella di avere una cucina a disposizione per non spendere un patrimonio mangiando fuori (e non dovervi operare al fegato al ritorno). E credetemi: se non state attenti a come vi muovete rischiate di prendere belle batoste per uno spuntino! Perciò scegliete un appartamento con cucina. È difficile trovare Ostelli con la Self-Catering ma i trovano facilmente stanze di appartamenti in condivisione (noi abbiamo scelto una stanza doppia a 25 euro a persona. Cercate Bni Market Inn su Hostelsword.com). Praticamente ogni zona ha un grande mercato di frutta e verdura; non sono i soliti mercati che siamo abituati a vedere, ma sono delle vere e proprie metropoli di frutta e ortaggi, chiassosi e colorati. In tutta Barcellona inoltre ci sono moltissimi forni che vendono pane e dolci molto buoni a tutte le ore. Per il pranzo vi consiglio di farcirvi da voi (verdure per i veg, jamon serrano per i carnivori) una baguette presa al forno. Un panino fai da te, almeno per il pranzo, è un'ottima soluzione; a meno che non vogliate spendere 20 euro in una bocadilleria! (un vero furto legalizzato!). Altrimenti, sempre per il pranzo, potete scegliere una via non proprio preferibile ma che vi salva da situazioni di difficoltà: entrate in fastfood come Pan's (che offre Baguette con Tortillas) o come l'ottimo VIENA che è stato una vera rivelazione. Per la sera attenti a come vi muovete; è pieno di Bar-Ristorante: non entrate nei luoghi che offrono questo binomio e che espongono foto all'esterno di piatti uguali per tutti. Ne troverete uno ogni 5 metri e sono quasi sempre vuoti, se non fosse per bevitori e qualche sfortunato viaggiatore affamato. I tavolini sono spogli e ti viene apparecchiato solo per te, fortunato viaggiatore!! (ahi!!). Magari si paga anche poco se vi dice bene, ma il cibo è scadente. Per farvi un paragone vi pongo questa domanda: andreste mai a mangiare un piatto di pasta in un pub? Ecco! Ci siamo intesi! Se volete mangiare bene, e spendere anche poco (meno della bocadilleria!) dovete andare nei veri ristoranti, o nelle taverne nascoste nei vicoletti antichi. Mangiate tipico ovviamente, non siate i soliti nostrani che ricercano la cucina italiana mi raccomando. Ci sono dei ristorantini come LA FONDA (al quale sono andato grazie ad una recensione di Ciao! =)), ma soprattutto il mitico LA RITA (www.la-rita.com) dove, si mangia bene - molto bene - e si spende poco (23 a persona per 2 primi, 2 secondi, 2 dolci e una bottiglia di bianco).
I piatti che non dovete farmi mancare sono: la paella, che sebbene Valenciana è un piatto tipico catalano; LAS MANDONGUILLES AMB SIPIA, ovvero polpette di vitella con seppie: infatti i catalani mischiano carne e pesce senza scrupoli, ma se assaggiate una Mandonguilles dovrete riscrivere le gerarchie dei vostri gusti culinari. Poi assaggiate la FIDEUà, una sorta di pasta locale condita con la salsa ALLIOLI, che è una tipica salsa catalana con base di aglio. La CREMA CATALANA è sicuramente un istituzione nel campo dei dolci, ma i catalani se la cavano molto bene in quel campo. Se vi capita nel menu il DOLCE DI TIM BAON provatelo: due tavolette di gelato con mandorle coperte di crema catalana, il tutto affogato nel cioccolato fuso! Una leccornia da veri golosi!

ps. sulla rambla vi capiterà di vedere dei boccaloni di sangria. Prima di sedervi chiedete il prezzo, anche se credo che il bicchiere piccolo contenga almeno un litro, vedervi arrivare lo scontrino con scritto 30 euro per due bicchieri vi lascia un po' sotto shock se non siete preparati.

TRASPORTI
Dipende da dove alloggiate; se vi trovate in un punto centrale potrete raggiungere agevolmente a piedi tutte le principali attrazioni. Però forse è il caso che un piccolo ausilio meccanico ogni tanto lo usiate. Ad esempio prendete la funivia per arrivare al castello di Montjiuc o un autobus (il 24) per arrivare a Parc Guell. Ben due metro hanno la fermata alla Sagrada Familia ed ogni punto è raggiungibile abilmente con metro o bus. Sei linee metropolitane (L1, L2, L3, L4, L5, L11) sono un ottimo modo per spostarsi in maniera rapida in città. Una corsa singola costa 1.40 euro, ma scegliete un abbonamento o meglio ancora, i comodissimi biglietti integrati da 10 timbrature al costo di7.95 euro; questi ultimi potrebbero rivelarsi più convenienti degli altri abbonamenti disponibili. Tutto dipende dal numero di spostamenti che farete. Fatevi i conti. Una timbratura dura 75 minuti. Pertanto per un soggiorno di 5 giorni potrebbero bastarvi uno o massimo due biglietti da 10 viaggi. Ad ogni timbratura sul retro compare il numero di viaggi che vi restano da convalidare.
Le tariffe degli altri abbonamenti sono:
1 giorno 6 €
2 giorni 11.20 €
3 giorni 15.90 €
4 giorni 20.40 €
5 giorni 24.10 €
Targeta Familiare per 70 viaggi 46.75 €

Noi abbiamo optato per un biglietto da 10 viaggi a testa e ci sono perfino avanzate 3 convalide. Le metro chiudono a mezzanotte durante la settimana e alle 2 nel week end. Ma la città, che pulsa anche di notte fino ai bagliori dell'alba, è collegata ottimamente da un servizio di bus notturni.
Se arrivate all'aeroporto di Girona, un bus privato con un costo del biglietto di 12 €, che scende a 21 se prendete subito andata e ritorno, vi porta fino alla Estacion del Norte in prossimità della fermata metropolitana di Arc De Trionf.

ALTRO
La città è abbastanza ordinata e pulita (e se avete qualcosa in contrario con questa affermazione venite a Roma!). Gli automobilisti sono corretti: si fermano alle strisce e non strombazzano ossessivamente con il clacson. La gente è cordiale e sorridente in tutti i negozi; difficilmente farete incontri con persone scortesi. Potete parlare lo spagnolo anche se la lingua ufficiale è il catalano. Ovviamente state attenti, come in ogni città metropolitana, ai vostri averi; anche se devo devo dire che tutto questo grande pericolo di cui mi avevano avvertito non l'ho percepito. La città inoltre, nonostante abbia la nomina d'essere luogo festoso e caotico si è presentato ai miei occhi abbastanza placido: tutto il clamore proviene dai turisti. Infatti i Barcellonesi non li vedi quasi mai. Sembrano addormentati nelle loro faccende senza sforzo eccessivo. Non c'è lo stesso clima d'esasperazione e di corsa che c'è qui. Non l'avrei mai detto, ma potrei arrivare perfino ad affermare che a Barcellona ho potuto scorgere un quieto vivere che non vedo in altre città italiane. L'aria non è infetta, e non c'è la stessa tensione che respiriamo qui. Forse è che, oggi come oggi, il nostro è un paese malato. Ma non è questo il luogo dove parlare di noi. Perciò prendete una mappa, una guida e tuffatevi alla scoperta di Barcellona.

SUGGERIMETI: 3 LINK

per mangiare: www.la-rita.com
souvenir e ceramiche: www.escudellers-art.com
galerià maxò: www.maxorennella.com

a cura di Alessandro Giova

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mercoledì 4 agosto 2010

Se questo è vandalismo


"Daniele Nicolosi, in arte Bros, io in futuro condannerò te e i tuoi simili perché non importa il valore artististico della vostra bomboletta: per noi è comunque reato."

Sebbene il primo processo nei confronti di un graffitario si sia concluso con il proscioglimento, il giudice di Milano ha sancito il principio che mette al bando ogni opera dei writers. E ciò non vale soltanto per quelle opere - o meglio scarabocchi - che imbrattano le nostre metropolitane, che lasciano una sfumatura sulle serrande o sul grigio e decadente costone di un palazzo. La condanna è estesa anche a quei graffiti che hanno un alto valore artistico. Quindi da oggi non importa se il graffito in questione abbia o meno i requisiti per essere considerato un effettivo sgarro al decoro urbano (quale?), anche se il tuo nome fosse Pablo Picasso ciò che tu fai potrebbe essere considerato vandalismo. Anzi, senza potrebbe è senz'altro vandalismo il graffito che cambia "la fisionomia estetica e la nettezza attribuite al bene". E perché non aggiungere che è vandalismo tutto ciò che da colore alla vita? Perché non aggiungere che è vandalismo tutto ciò che annienta il grigiore delle decadenti città? Cambia la nettezza un graffito, e non cambia la nettezza un panetto di 30 centimetri di locandine elettorali attaccate un po' ovunque, che va sbriciolandosi sotto la pioggia? A qualcuno non viene in mente che si potrebbe anche dare una punta di colore alle città, o indire un bando pubblico per la riqualificazione di edifici decadenti, spogli e tristemente incolori? Se si trattasse di ordinari sfregi, obrobri impiastricciati di vernice messa alla buona su monumenti storici allora sì, la parola vandalismo avrebbe certamente un significato più elevato. Ma nelle circostanze, quando si tratta di "cambiare la fisionomia" di una galleria, di una colata di cemento informe, vitalizzandola e dandole vita, non sarebbe meglio applicare tutte le tutele del caso e proteggere un qualcosa che ha un comprovato valore artistico? No. Non è così. Le nostre città devono essere grige di fumo, devono essere a prova di gioia, di sentimento. Devono essere spoglie di ogni emozione, perché le emozioni non sono per gli uomini seri. Gli uomini seri lavorano e fanno crescere il prodotto interno lordo del paese. Gli uomini seri non scrivono sui muri. Gli uomini seri sono bambini ai quali qualcuno ha rovinato l'infanzia togliendo i pennelli, la penna, l'armonica o qualsiasi altro strumento di libertà. Gli uomini seri hanno pesanti pregiudizi altrimenti inviterebbero a cena persone come Bros, writer apprezzato e stimato nel mondo, che ha esposto le sue opere perfino al Palazzo Reale. Altrimenti, affiderebbero il restauro degli angoli più bui e tetri della decadenza urbana a persone come Daniele Nicolosi, in arte Bros. Gli uomini seri sono seri ma non svegli, perché non riescono nemmeno a capire quanto una rivoluzione in tal senso non solo darebbe nuova vita alle città, ma le renderebbe ancor più floride grazie anche ad una certa curiosità turistica che potrebbero attirare. Ma anche un'area pubblica appositamente destinata alle opere dei writers non sarebbe poi tanto male. Basterebbe poco, pochissimo: degli uomini un po' meno seri e un po' più intelligenti.