Referral Banners HUMUS: Se la vita è misurata dal Pil: il caso delle minicar.

domenica 18 aprile 2010

Se la vita è misurata dal Pil: il caso delle minicar.





Giorni fa, sono finite alla ribalta della cronaca romana, le morti di due ragazzi alla guida delle minicar. Le minicar sono quelle scatolette di latta con quattro ruote, che possiamo vedere passare nelle nostre città portandosi dietro un rumore infernale. Sono guidabili dai 14 anni, stessa età del motorino. Inoltre vengono guidate da coloro che non hanno patente, per motivi sanitari, di handicap, o perché semplicemente hanno la patente sospesa.

Perché c'è stato il boom delle minicar?? Qualcuno dice che sia questione di maggiore sicurezza rispetto ai ciclomotori: idea distorta questa, proveniente dal mercato. Forse, ancor più, tale successo si deve al fattore moda. Le minicar hanno un costo variabile dagli 8000 ai 17000 euro, il costo di una normale utilitaria. Un'enormità se si considera innanzitutto che non hanno gli standard di sicurezza delle auto, i materiali sono scadenti ed il prezzo di produzione è molto più basso. Le aziende di produzione di minicar non investono molto in ricerca, catturano un mercato di consumatori incoscenti al quale interessa il ruolo che la minicar gioca nella loro vita, piuttosto che le sue reli qualità. È un mercato altamente produttivo per le aziende che infatti subito hanno difeso i loro gioiellini di plastica.

In Italia ci sono 80.000 mila minicar (il 25% di tutte quelle in circolazione in europa. Il 45% è in Francia). Solo quest'anno ne sono state immatricolate quasi 7 mila. Il che vuol dire, prendendo un valore medio tra 8000 euro e 17000, un giro d'affari di quasi 80 milioni di euro per le aziende. Sicuramente il più grande giro d'affari per consumatori della fascia di età tra i 14 e i 18 anni. Molti si compiaceranno di questi numeri: manager, economisti, politici... Molti crederanno che ciò è positivo e vitale per l'economia che deve crescere, specie in tempo di crisi. E ciò sarà anche a costo di qualche vita spezzata. Le nostre vite sono misurate dal Pil, non dai respiri che esaliamo o dai battiti del nostro cuore. Abbiamo senso dal momento in cui compriamo e smettiamo d'averlo dal momento in cui non lo facciamo più. Quindi, essendo di più quelli che in quest'anno acquisteranno le minicar piuttosto che quelli che ci moriranno, per i dittatori del Pil qualche vita sacrificata è un prezzo da pagare più che degno per il benessere economico. In fondo un tempo era molto peggio penseranno: un tempo facevano sacrifici agli dei, ed i ritorni erano incerti. Oggi stai pur certo che qualcosa a qualcuno ritorna. Ma la vita a quei giovani chi la restituisce? Il pil? Vale 17000 mila euro la vita? Vale un segno più nel bilancio?

Bisognerebbe abbandonare la cultura del pil, sposare una cultura dell'utilità e della qualità. Invece siamo ancora dominati dal pil. I dittatori del Pil, per vendere minicar ti dicono che sono sicure, affidabili. La verità è un'altra: questi mezzi sono pericolosi e inadeguati. E non è da queste morti che gli individui senzienti se ne sono resi conto. Ma se ne rendono conto ogni volta che se ne trovano una davanti o urtano la loro carrozzeria sentendo il suono della loro plastica. Occupano più spazio di un ciclomotore e di fatto si guidano come un'automobile: si sta seduti, si ha la cintura, si ha un volante. Non puoi superarli senza invadere l'altra corsia. Sono macchine a tutte gli effetti. Macchine messe in mano a quattordicenni che non hanno patente. Il tasso di mortalità, al contrario di quello che i dittatori del Pil hanno fatto credere alle famiglie, è molto più alto: 2.66 per le minicar; meno della metà, 1,08, per i ciclomori. Il tasso di mortalità delle automobili è invece 0.78. Alla luce di ciò come intervenire? Bisogna continuare ad immatricolare o bloccare il commercio e la produzione? No, bisogna far sì che il processo sia naturale. Se una minicar, che è equiparabile ad un automobile, è guidabile a 14 anni, perché non potremmo abbassare l'età della patente a 16 anni? Molti decideranno di aspettare. Due anni sono un tempo più ragionevole di quattro. Le famiglie a parità di costo preferirebbero aspettare un auto vera, più sicura e controllobile. Forse anche i ragazzi sarebbero più propensi all'attesa. Se inoltre si innalzasse a 15 anni l'età per le minicar questo farebbe sì che il loro mercato si riduca ad un numero intorno allo zero. Poche o pochissime famiglie si lancerebbero in un acquisto dalle somme spropositate in confronto alla loro utilità annuale. Si combatterebbe così, senza impedimenti, maxi-multe, divieti o caccia selvaggia a non si sa chi, il fenomeno delle vite schiacciate nelle scatolette di latta.
Ma i dittatori del pil accetterebbero questo? In ragione della sicurezza e di qualche vita rinuncerebbero ad un giro d'affari così imponente? Certo che no, e le obiezioni sono belle e pronte e ve le anticipo: troppo presto la patente a 16 anni; le minicar non sono equiparabili alle auto; ci vogliono solo più controlli sulle minicar modificate. Diranno queste ed altre scempiaggini: il mercato ringrazierà, le famiglie soccomberanno ancora una volta ai dittatori del Pil.

Nessun commento:

Posta un commento