Doveva essere il Salvatore, così diceva lui; si presentava come la novità, dimenticando di essere in politica da vent'anni ed avere più di settanta anni. Soprattutto, doveva essere colui che avrebbe reso tutti più ricchi, colui che finalmente ci dava un taglio. E un taglio ce lo ha dato veramente: ma non alle tasse, bensì alle agevolazioni fiscali. L'uomo dei miracoli ha compiuto il miracolo: quando sembrava che davvero non potesse fare di peggio è riuscito a fare di peggio. Superbollo, ticket sanitario, taglio delle agevolazioni Irpef e aumento della stessa fino a 1000 euro a famiglia. Napolitano applaude la coesione, la fine dello Stato è scongiurata. No, non scongiurata, rimandata perché non ci sarà ripresa, non ci sarà mai. Scongiurati sono i consumi, l'economia reale, i risparmi delle famiglie, la serenità dei cittadini che sono sempre più tartassati. Certo, la manovra era necessaria diranno, perché il mercato è impazzito, bisognava agire per evitare di finire come la Grecia. Dunque, mani al portafoglio. Di chi? Dei soliti! Ma non da subito, dal 2013 (tagli del 5% delle agevolazioni) e dal 2014 (tagli del 20%), cosicché si potrà presumibilmente accusare il nuovo governo. Eppure non se ne va, continua, persevera, come se avesse altro da distruggere. Chissà, forse altri danni da fare li troverà. E intanto dichiara: "resto per abbassare le tasse". O forse voleva dire le tazze?
Doveva abbassare le tasse, eliminare il bollo, abbassare il numero dei parlamentari, ridurre i costi della politica, abolire le province. Non è stato fatto nulla e nulla si farà. Si è fatta una manovra carogna nel nome dell'emergenza, ci si aspettava responsabilità invece s'è difeso il proprio territorio andando di nuovo a mettere le mani nelle tasche delle famiglie. Tagli alla politica non ce ne sono stati, i privilegi sono rimasti, le province più salde che mai. Silvio il Salvatore che diventa Silvio il Traditore. Per molti è sempre stato invece il Truffatore, un moderno venditore di indulgenze che frega i poveracci per il bene della propria cricca. E' ora, è ora di cambiare. Elezioni, governo tecnico, rivoluzione. Qualsiasi soluzione è meglio di un Berlusconi al governo. Si attendeva la risposta delle borse, e la risposta è arrivata: Milano a -2.5% alle 16.30, peggiore borsa europea. Giù vanno soprattutto i titoli bancari, nonostante il test di stress abbia dato risultati positivi per le banche italiane. Un nuovo lunedì nero, una sfiducia totale del mercato alla manovra e al governo italiano. Un rosso costante che chiede forse un cambio al vertice. Ormai non ci crede più nessuno, nemmeno il mercato.
LINK DEL GIORNO